Ortodonzia digitale
Per noi la digitalizzazione è un obbligo, non è una semplificazione, è una garanzia di successo. Se parliamo infatti dei gran premi, tutte le Formula 1, tutte le moto hanno un’elettronica ed è quella che spesso fa vincere la gara, ma è anche importante che il pilota sappia usarla in modo corretto. Ed è quindi, quando parliamo dei digitali, importante anche che ci sia un know-how dietro alle tecnologie che utilizziamo.
Per molti anni mi sono occupato dell’argomento, sono stato socio attivo della Digital Dentistry, che è la più importante società al mondo nell’argomento, e abbiamo visto l’evoluzione degli scanner intraorali, così come di altre tecnologie, e possiamo dire di avere digitalizzato ad oggi quasi interamente il flusso del nostro lavoro in studio. Uno scanner è un oggetto apparentemente banale che in realtà racchiude in sé una grandissima precisione e una grandissima potenza di calcolo.
È infatti un’alternativa alla vecchia impronta tradizionale: crea un’immagine in 3D della bocca del paziente che noi potremmo vedere virtualmente e consultare in qualsiasi momento. Ricordiamoci che la precisione di questo oggetto è superiore ai 30 micron, quindi parliamo veramente di numeri molto molto piccoli. Quali sono i vantaggi di uno scanner? Sicuramente il comfort rispetto alla vecchia pasta, i tempi, perché banalmente una vecchia impronta poteva impiegare fino ai tre minuti, mentre oggi in pochi secondi, al massimo, in mezzo minuto e un minuto, riusciamo a prendere un’arcata intera. E soprattutto per noi la comunicazione, perché grazie alla piccola telecamera che è presente qua dentro, noi andiamo a proiettare sulla televisione davanti allo studio la bocca del paziente in maniera live, in modo che lui possa essere cosciente della sua situazione.
E non per ultimo, tutti questi dati ci rimangono praticamente per sempre. Io posso consultare in qualsiasi momento la situazione dei miei pazienti da casa, al mare, in studio e poterne parlare in qualsiasi momento con il nostro tecnico. Cosa succede se si rompe una corona? Se noi abbiamo preso un’impronta con questo oggetto, ci basterà schiacciare un pulsante e rifarla. Quindi non ci sarà più bisogno che il paziente torni in studio un’altra volta e debba fare tutto un altro tipo di ITER. Ad oggi, grazie agli scanner interorali, abbiamo ridotto di molto il numero di appuntamenti per i pazienti.
Quando prima parlavamo di 5-6 appuntamenti per le varie prove, ad oggi li limitiamo tra i 2 e i 3 e per noi questo è un successo incredibile. Avere uno scanner però non è sufficiente, serve anche un laboratorio attrezzato che abbia la stessa competenza e abbia la stessa tecnologia. Ma parlando di digitale non si parla solo di quello, parliamo anche di radiografie, perché oggi tutto ciò che è digitale nell’ambito della radiologia dà una miglior emissione di dosi che è sempre da considerare nella salute del paziente.
Inoltre grazie al digitale possiamo creare quella che è la chirurgia computer guidata, cioè poter andare a posizionare il nostro impianto grazie a delle mascherine e grazie a una progettazione che facciamo prima in maniera molto meno invasiva, spesso senza tagli e con degli indici di errore che sono ormai certificati come minori dalla letteratura mondiale. Come conclusione la macchina non fa dentista ma un buon dentista oggi non può non avere questo tipo di macchine e non saperle usare.
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Guido Picciocchi